Il sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione tecnologica, Alessio Butti, ha annunciato che nei prossimi mesi debutterà It Wallet, il nuovo portafoglio di identità digitale italiano.
Sulla piattaforma verranno caricati documenti personali come il codice fiscale, la tessera elettorale e la patente. Così come avvenuto con il greenpass, la patente verrà mostrata ai controlli tramite scansione del codice QR, da cui gli agenti potranno controllare tutte le informazioni necessarie. Si tratta del primo tassello della futura identità digitale europea, che per l’Italia era stata annunciata dall’ex ministro del governo Draghi, Vittorio Colao, con l’obiettivo di creare una «Schengen digitale».
Verso la metà del 2024 farà il suo debutto It Wallet, il nuovo “portafoglio digitale” che andrà a comprendere gli attuali sistemi di identità digitale come Spid e Cie. L’obiettivo dichiarato è quello di rendere più semplice e immediato il rapporto dei cittadini con la Pubblica amministrazione, seguendo quel principio, ormai diventato un mantra, dell’“interoperabilità”. Il governo di Giorgia Meloni si pone dunque in assoluta continuità (anche nell’utilizzo dei termini) con il precedente governo guidato da Mario Draghi e dal suo ministro dell’Innovazione tecnologica e della Transizione digitale, Vittorio Colao
Vorrei che fosse facilmente analogico per le persone, cioè che non ho bisogno di portarmi dietro qualcosa di elettronico. Un QR code stampato su carta potrebbe andare bene.
Voglio possedere io una copia dell'identità digitale e custodirla come preferisco.
Devo poterla condividere senza consegnare l'originale.
@noce72
Io sono piuttosto pessimista: la smania del controllo capillare è una tentazione troppo forte per molti, per troppi. Anche per #eurodigitale @ailiphilia
Purtroppo la mania del controllo capillare è il motivo che ha indebolito le democrazie e le ha rese indistinguibili ( se non, alle volte, peggiori ) dai vari regimi autoritari, che , paradossalmente, necessitano di un controllo meno capillare.
Secondo un referendum nel giugno 2023, “l'integrità digitale” fa parte della Costituzione cantonale di Ginevra in Svizzera. Quasi il 95% della popolazione ha votato a favore di questa legge.
Oltre agli aspetti della sicurezza digitale e al possibile abuso dei dati personali (in particolare da parte di società straniere/non svizzere), il nuovo quadro normativo introduce anche “il diritto alla vita offline.”
Per quanto ne so, è la prima volta al mondo che si decide una cosa del genere.
Purtroppo non ho trovato una risorsa italiana, ci sono solo articoli in francese e tedesco.